SOGLIE.

Pubblicato il 29 novembre 2015 da pierluigi fagan

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About pierluigi fagan

66 anni, sposato con: http://artforhousewives.wordpress.com/, due figli, un gatto. Professionista ed imprenditore per 23 anni. Negli ultimi venti e più anni ritirato a "confuciana vita di studio", svolge attività di ricerca multi-inter-transdisciplinare da indipendente. Il tema del blog è la complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e filosofica. Nel 2017 ha pubblicato il libro: Verso un mondo multipolare, Fazi editore, nel 2015 uscirà Benvenuti nell'Era Complessa per Diarkos editore. Ogni tanto commenta notizie di politica internazionale su i principali media oltre ad esser ripubblicato su diverse testate on line. Fa parte dello staff che organizza l'annuale Festival della Complessità e pubblica su specifiche riviste di sistemica. Tiene regolarmente conferenze su i suoi temi di studio, in particolare sull'argomento "Mondo e complessità". Nel 2021 è uscito un suo contributo nel libro collettivo "Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro" a cura di Carlo Formenti, Meltemi Editore. A seguire: "Europa al bivio. Tra radici e sfide" a cura di Vincenzo Costa, Marcianum press, 2024 Venezia e "L'era multipolare: competizione o cooperazione" a cura di Gabriele Germani, La Città del Sole, 2024, Napoli.

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2 Responses to SOGLIE.

Enrico Sgarella ha detto:

30 novembre 2015 alle 11:00 am

Pierlui’ che dire … sempre interessante e adesso anche… divertente (si può dire?) leggerti.
Verrebbe da pensare che svincolandosi energeticamente dal petrolio con energie alternative tutto questo valzer finirebbe (e ne comincerebbe probabilmente un altro) e che non sarebbe solo un problema di salvare il pianeta (questione climatica) ma di “salvare il pianeta” (evitando altre guerre (?)) . Ma sarebbe un pensiero troppo .. complesso (?!) … per i nostri babbionazzi politici (o forse non tanto stupidi quanto troppo furbi e voraci).
Comunque un caro saluto
Enrico

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- pierluigi fagan ha detto:
  
  30 novembre 2015 alle 11:06 am
  
  Eh sì. La soluzione sarebbe ben semplice e dettata da due esigenze, quella geopolitica e quella ambientale come hai ben individuato ma come diceva Brecht “è il facile … che è difficile a farsi”. Un caro saluto a te.
  
  p.
  
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