E’ oggi (12.01) in consegna nelle principali librerie (reali e virtuali) “VERSO UN MONDO MULTIPOLARE” Fazi editore. Ringrazio Paolo Bartolini di questa prima recensione (qui). Nella apposita pagina del sito (qui) troverete anche la pagina di presentazione uscita pochi giorni fa su il Fatto Quotidiano (link a fondo pagina) ed in seguito, lì si daranno notizie delle successive segnalazioni, critiche ed eventuali presentazioni.
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Ricevo la notizia dell’uscita del saggio tramite l’ottimo editore Fazi. Il libro appare stimolante e denso di contenuti, per quanto non possa fare a meno di notare che spesso il nuovo appare più nuovo di quanto sia in realtà. Insomma, fino al 1989 il mondo era già multipolare, o almeno bipolare. Comunque apprezzo l’opera, almeno per come si presenta.
Forse in seguito sarò più dettagliato.
La definizione di multipolare è data nel libro ed è un po’ meno semplice di quella contabile (un polo, due poli, tre poli etc.). Attendo suoi ulteriori giudizi, buona lettura.
E’ difficile sintetizzare con due parole un libro che si muove divulgativamente, ma con biblio e note approfondite, a 360 gradi; sicuramente quello che sta accadendo in queste ore è la dimostrazione della sua tesi portante: il tema della “complessita” ma che detta così sembra riduttiva.
Il complesso sistema delle relazioni internazionali è visto sotto diverse luci, analizzando correnti di pensiero diverse e specifiche correnti all’interno di esse, dall’hard power e del soft power americano come due facce della stessa medaglia, richiamanti in due schieramenti diverse una stessa necessità,
all’ipertrofia del pensiero economicistico come linea guida di interpretazione del reale, e con l’idea che l’economia sia completamente manovrabile attraverso la moneta (ahimè punto d’Achille di molti economicisti) e di come questa interpretazione ha portato confusione delle subordinate e dei processi causali,
alla necessità di capire che la complessità del momento attuale spinge verso soluzioni complesse che l’autore cerca di sviscerarle tutte, al ruolo che in questo scenario avranno i vari attori, gli Usa in testa e a seguire gli altri,
dalla vecchia divisione di potenze isolane (il mondo anglosassone compresa gli Usa che nel loro continente a ciò sono assimilabili), contro le potenze di terra e di Eurasia, da qui la necessità per i primi a tenere sempre separato uno dei tre componenti tra Europa, Russia e Cina in qualche modo mai uniti fra loro,
dal controllo delle linee di commercio, dal prossimo futuro confronto nel mar di Cina, che i recentissimi allarmi dati dagli Usa alla Corea è un segnale in realtà alla Cina, o perlomeno così lo leggo io, alla necessità della Cina per questo di trovare sbocchi al di fuori delle sue zone storiche di competenza (soprattutto Africa),
di come la sopravvalutazione del sistema capitalistico-turbo-finanziario, unita al modo obbligato che il post capitalismo obbliga nel proprio percorso per sua natura, abbia di fatto lasciato il presidio territoriale commerciale ad altri, in primis la Cina,
di come storicamente, che chi è o è stato marxista conosce bene, la guerra abbia risolto con le sue distruzioni periodiche i conti interni al capitalismo ricreando le condizioni di mercati arati,
di come l’Europa si trova nella posizione più scomoda perchè è in piena decadenza del proprio mercato del lavoro e di popolazione, ma ha anche i più alti tassi di condizioni sociali e di fronte ha una Africa che è il suo esatto opposto speculare,
e di come l’attacco di queste ore sta dimostrando, gli Usa, Trump o un altro è abbastanza relativo, sanno che non potranno più aspirare a quell’era unipolare che i neocon dell’11 settembre auspicavano, con la guerra permanente come fonte di smobilizzo di risorse nell’abbraccio tra la lobby energetica e quella delle armi che i Bush plasticamente rappresentavano, e cercheranno di instaurare, in un mondo che però ancora possono controllare militarmente, rapporti bipolari, nell’illusione così di “comprare tempo” che poi è la necessità di tutti i sistemi che cercano di mantenere il proprio potere di comando, la propria supremazia sugli altri. Strategia probabilmente di corto respiro per il suo alto tasso di inflazione nella efficacia e sia perchè accelera il compattarsi di altre aree nella ricerca di una alternativa multipolare (ma questo lo penso io).
Come avrete ben capito è una interessantissima opera di divulgazione di geopolitica ideale per tutti coloro che sono interessati a questi problemi.
No so se dei libri possono avere una capacità catalizzatrice in determinate fasi, se sì questo è uno di quelli… un libro di formazione per i futuri cittadini del mondo.
Mauro Paracini
Molte grazie. Già l’Autore è felice quando trova qualcuno che lo legge, se poi lo capisce anche, allora la gioia è doppia!
Il grazie è mio.