GRAMSCIANA.

Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto bisogna rimettersi tranquillamente all’opera ricominciando dall’inizio.

Io ho l’impressione che le generazioni anziane hanno rinunciato a educare le generazioni giovani e che queste commettono lo stesso errore, il clamoroso fallimento delle vecchie generazioni si riproduce tale e quale nelle generazioni che adesso sembra dominare.

Ma il cervello senza mani che avrebbe servito?

Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.

Bisogna combattere con vari mezzi dei quali il più importante dovrebbe essere una migliore conoscenza delle nozioni scientifiche essenziali divulgando la scienza per opera di scienziati e di studiosi seri e non più di giornalisti onni sapienti e autodidatti presuntuosi.

La realtà oggettiva è quella accettata da tutti gli uomini a prescindere da ogni specifico punto di vista.

Non è la semina regolare del frumento che ha fatto cessare il nomadismo ma viceversa le condizioni emergenti contro il nomadismo hanno spinto alla semina regolare. [Buttata lì la frasetta inverte la logica del materialismo storico]

Tutti gli uomini sono intellettuali si potrebbe dire perciò ma non tutti gli uomini hanno nella società la funzione di intellettuale.

Non c’è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale non si può separare l’uomo Faber dall’uomo Sapiens.

Occorre persuadere molta gente che anche lo studio un mestiere e molto faticoso con un suo speciale tirocinio oltre che intellettuale anche muscolare nervoso è un processo di adattamento è un abisso acquisito con lo sforzo la noia e anche la sofferenza.

La scuola tradizionale è stata oligarchica perché è destinata alla nuova generazione dei gruppi dirigenti l’aspetto più paradossale che questo nuovo tipo di scuola appare viene predicata come democratica mentre invece essa non solo è destinata a perpetuare differenze sociali ma a cristallizzarle in forme cinesi.

Sì, è vero abbiamo pubblicato articoli lunghi studi difficili e continueremo a farlo ogni qualvolta ciò sarà richiesto dall’importanza e dalla gravità degli argomenti. Ciò è nella linea del nostro programma non vogliamo nascondere nessuna difficoltà vediamo bene che la classe lavoratrice acquisti fin d’ora coscienza dell’estensione della serietà dei compiti che la incontreranno domani crediamo questo trattare i lavoratori come uomini cui si parla apertamente crudamente delle cose che li riguardano. Purtroppo, gli operai contadini sono stati considerati a lungo come dei bambini che hanno bisogno di essere guidati dappertutto in fabbrica e sul campo.

La cultura è una cosa ben diversa è organizzazione disciplina dei propri io interiore è presa di possesso della propria personalità e conquista di coscienza superiore per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico la propria funzione nella vita i propri diritti e i propri doveri.

La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.

C’è stata l’astrattezza determinata da un’intossicazione metafisica e c’è la strettezza determinata da un’intossicazione di matematica.

Se la propria individualità l’insieme di questi rapporti farsi una personalità significa acquisire coscienza di tali rapporti modificare la propria personalità significa modificare l’insieme di questi rapporti.

Vivo sono partigiano perché odio chi non parteggia odio gli indifferenti I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle versioni ristrette degli scopi immediati delle ambizioni e passioni per personali di piccoli gruppi attivi e la massa degli uomini li ignora perché non se ne preoccupa ciò che avviene non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà lascia fare lascia raggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta potrà abrogare lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.

>> Tornando a noi, in questi anni di studio ho verificato la differenza che c’è tra tempo e conoscenza.

Tempo disponibile ti porta ad entrare nei testi di cui di solito ricevi una sinossi, non solo una interpretazione, ma anche una riduzione personale ed arbitraria di questo o quell’autore o pensatore. Leviatano o Ricchezza delle nazioni o Marx intero o KdRV o Fenomenologia o l’opera di Platone o Aristotele, prendono aspetti molto diversi se assunte da terzi o in prima persona. Leggendo oggi pezzi dei Quaderni dal carcere, ad esempio, ho scoperto come il Gramsci aveva avuto un conto aperto a Sperling & Kupfer di Milano, aperto dall’amico Sraffa. Riceveva quindi tonnellate di libri e riviste che ne sollecitavano il pensiero. Il nostro, si lancia così in una argomentatissima “quistione” sul ruolo o non ruolo degli intellettuali italiani all’estero europeo e del quando, dal ‘700 secondo lui, è cessata la nostra piccola egemonia. Ma impressiona soprattutto la conoscenza che ha degli ambienti culturali: tedeschi, francesi, inglesi (lingua e religione), americani, sudamericani, islamici, arabi, indiani, cinesi, religioni e forme dello Stato asiatiche, un mondologo!

Trovatemi un intellettuale contemporaneo italiano, oggi più necessario di allora, che abbia questa apertura e curiosità e tali conoscenze. Vien quasi da considerare l’opportunità di sbatterli in carcere, così magari recuperano un po’ di etica del lavoro e perdono in narcisismo.

Da ciò solo uno squarcio sull’immenso lavoro intellettuale del nostro. Una lunga e profonda disamina del sistema scolastico del Gentile ed invece quello che sarebbe meglio mettere al suo posto, il ruolo delle Accademie, il rapporto tra Università e cittadinanza/territorio, arrivava addirittura a prevedere il sacrificio del greco e del latino da sostituire con materie altrettanto umanisticamente formanti ma meno morte (Gramsci era un glottologo, tra l’altro), ma anche le scienze dure che oggi molti ritengono l’anticristo della conoscenza. Così fino ad arrivare a dettagli impressionanti di definizione a grana fine del ruolo del giornalismo, con anche critica interna al suo ambiente militante all’approssimazione di certe formazioni traballanti, che anche oggi sarebbero di grande attualità. E non ultimo la critica dell’estetica e della confezione, del linguaggio, del veicolo stampati, un uomo marketing.

Chissà cosa avrebbe fatto oggi con Internet!

Insomma, si fa presto a dire della sua idea di egemonia, ma per capirne la potenza, c’è da scendere in un duro lavoro di dettaglio che oggi quasi nessuno è in grado di fare. Si capisce allora perché della famosa frase «Bisogna impedire a quel cervello di funzionare per almeno vent’anni» dichiarava il p.m. fascista Ingrò contro Antonio Gramsci durante il ‘‘Processone’’. Ecco cosa allarmava i fascisti, Gramsci non era solo un ideologo ma un prassologo delle idee, le dava veicoli, penetrazione, forma ed istinto aiutato alla propagazione.

Ecco perché quel: Ma il cervello senza mani che avrebbe servito?

Ed ecco anche spigato spiegato come il PCI arrivò poi nel 1976 al 34% dei voti, applicò il piano Gramsci per la conquista dei cuori e delle menti con sì, certo, azioni politiche ma armate dal pensiero e non solo quello squisitamente teorico. Ovviamente in Italia non ci sono mai stati un terzo di “comunisti”, erano cerchi concentrici che dal nucleo duro irradiava al quello della simpatia e della fiducia speranzosa in un “nuovo”. Questa è egemonia altrimenti si chiamava caserma.

Due cose quindi non riesco sempre più a capire. La prima l’ho già espressa ovvero come fanno certe persone a pensare che è meglio far decidere ad altri come deve esser fatta e cosa deve fare la loro società.

La seconda è il buco di riflessione che non fa comprendere a tanti che pure vorrebbero cambiare lo stato di cose, che loro stessi hanno quel desiderio perché sanno, sono informati, hanno strumenti culturali. Così prima di perdersi nelle paludi del soggetto, la classe, del partito, del programma, bisognerebbe che molti intellettuali convergessero nel diffondere cultura ed informazione et voilà, ecco una massa critica da mettere sul tavolo di gioco dei rapporti di forza per cambiare lo stato delle cose. Se non una “rivoluzione” culturale, almeno una evoluzione culturale deve precedere una evoluzione sociale e poi politica.

Sapere è potere non è Gramsci, è Bacone, ma va bene uguale. Va ridistribuito però.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante occhiali

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Informazioni su pierluigi fagan

64 anni, sposato con: http://artforhousewives.wordpress.com/, due figli, un gatto. Professionista ed imprenditore per 23 anni. Negli ultimi venti e più anni ritirato a "confuciana vita di studio", svolge attività di ricerca multi-inter-transdisciplinare da indipendente. Il tema del blog è la complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e filosofica. Nel 2017 ha pubblicato il libro: Verso un mondo multipolare, Fazi editore. Ogni tanto commenta notizie di politica internazionale su i principali media oltre ad esser ripubblicato su diverse testate on line. Fa parte dello staff che organizza l'annuale Festival della Complessità e pubblica su specifiche riviste di sistemica. Tiene regolarmente conferenze su i suoi temi di studio, in particolare sull'argomento "Mondo e complessità". Nel 2021 è uscito un suo contributo nel libro collettivo "Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro" a cura di Carlo Formenti, Meltemi Editore. A seguire: "Europa al bivio. Tra radici e sfide" a cura di Vincenzo Costa, Marcianum press, 2024 Venezia e "L'era multipolare: competizione o cooperazione" a cura di Gabriele Germani, La Città del Sole, 2024, Napoli.
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