TRAFFICANDO IN LABORATORIO.

Lo schema mondologico di cui all’ultima sezione del mio blog che trovate in Menù, presentato ieri anche se non qui in homepage, l’ho applicato in pratica, nei tre articoli di analisi poi diventati uno di cui all’allegato.

Solo la geografia poteva mostrare la centralità dell’area araba del Golfo (confermata da geostoria poiché per secoli quello hanno fatto, il “ponte” tra est ed ovest), così per le dotazioni geoeconomiche (fossili) inclusa la prospezione mediterranea. E quanto a geostoria da quelle parti ci sono lunghe durate. Tra ceppo ebraico ed arabo poi risaliamo a Medina ed i viaggi di Muhammad a Damasco. Roba storica.

Altresì la ricca e contradditoria composizione demografica israeliana riflessa anche in fazioni di politica interna. Stante la storica guerra tra indici di riproduzione delle donne palestinesi usate come “martirifici” dai capi delle varie resistenze e quelli europei degli israeliani propriamente detti. Da cui l’importazione di ucraini, bulgari e russi forse neanche ebrei.

Io stesso ho poi taciuto l’evidenza che Israele è l’unica potenza nucleare dell’area, con tutto ciò che di delicato comporta il tema per Iran ed AS. Andava invece fatto. Fare pace? Con uno con settanta o più testate atomiche? Ridicolo.

Da cui anche lo schierarsi dei “giovani arabi” col fronte globalizzatore (BRICS-Cina). La svolta tecnologica di questi, MBS voleva addirittura offrire i diritti di cittadinanza ai primi robot antropomorfi che una volta progettati debbono andare on the road davvero per vedere come va. Attrazione per decine di start up e centri ricerche in ambiente giuridico protetto, mica scemo. Altrimenti è pronto Zelensky.

Infine, lo slancio verso energie alternative, visto riserve fossili non così ricche e venti di opinione contrari con occhio strategico a trenta anni. Futuro in cui tocca auto-organizzarsi da quelle parti perché zio Sam invecchia e rischia di doversi chiudere nei giardinetti di casa mentre bofonchia in mandarino texano.

Così si spiega anche la continuità tra Accordi di Abramo (Trump) e Via del Cotone (Biden) ovvero anche il fatto che le strategie di politica int’le e geopolitiche, non variano al variare degli interpreti americani del teatro dei pupi.

Insomma, a seconda degli occhiali, ecco questa o quella immagine di mondo. Ecco la ragion cinica di Fagan o le messe laiche sul dolore in-umano palestinese.

E come previsto, ora che tacciono le questioni belliche più tragiche, il defluvio dalla messa laica disinteressata al come finirà, visto che era disinteressata anche del perché era iniziata.

E’ per nel come lo interpreti che poi il mondo puoi pensare o meno di cambiarlo. Alla fine, dovremmo tutti domandarci se siamo qui a chiacchierare o abbiamo intenzione di fare fatti.

[L’articolo nasce post su i social con sciame di discussioni sul conflitto tra ragione analitica cinica e reazione emotiva ai fatti cui siamo stati sottoposti di recente]

L’articolo di analisi sul conflitto israelo-palestinese: https://www.sinistrainrete.info/geopolitica/27783-pierluigi-fagan-trittico-mediorientale.html o https://pierluigifagan.com/2024/03/29/trittico-mediorientale/

Informazioni su pierluigi fagan

64 anni, sposato con: http://artforhousewives.wordpress.com/, due figli, un gatto. Professionista ed imprenditore per 23 anni. Negli ultimi venti e più anni ritirato a "confuciana vita di studio", svolge attività di ricerca multi-inter-transdisciplinare da indipendente. Il tema del blog è la complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e filosofica. Nel 2017 ha pubblicato il libro: Verso un mondo multipolare, Fazi editore. Ogni tanto commenta notizie di politica internazionale su i principali media oltre ad esser ripubblicato su diverse testate on line. Fa parte dello staff che organizza l'annuale Festival della Complessità e pubblica su specifiche riviste di sistemica. Tiene regolarmente conferenze su i suoi temi di studio, in particolare sull'argomento "Mondo e complessità". Nel 2021 è uscito un suo contributo nel libro collettivo "Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro" a cura di Carlo Formenti, Meltemi Editore. A seguire: "Europa al bivio. Tra radici e sfide" a cura di Vincenzo Costa, Marcianum press, 2024 Venezia e "L'era multipolare: competizione o cooperazione" a cura di Gabriele Germani, La Città del Sole, 2024, Napoli.
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